Il Flusso

The Map

Sunday, May 06, 2012

A metà

Oh! E un po'che non scriviamo su sto blog. Ma non temente, credo sia perché cominciamo a sentirci in un qualche modo parte di sta città e meno in viaggio come all'inizio. E c'é quindi meno il bisogno di buttare giù le impressioni di questi momenti, di questi mesi. Sbagliato! Sempre scrivere, scrivere di tutto, scrivere del tempo, di quel che facciamo, di musica, di noi, di voi e di loro. Degli incontri, delle scoperte, della routine e delle cose che attraversano la testa. Scrivere é sempre meglio che non farlo.

Ultimamente abbiamo avuto parecchie visite, visite che continueranno nei prossimi mesi. Ci fa piacere vedere amici che non vediamo da un po', ci fa ricordare quel che siamo e da dove veniamo. Dopo quasi sei mesi qui facciamo un piccolo bilancio: avremmo voglia di restare qui ancora un po'? Se ne avessimo la possibilità con il lavoro e con la grana $$$ (oltre ai vari permessi per poter rimanere) ci piacerebbe anche poter restare, ci troviamo bene. Staremmo pure qui a fare la vita da artisti esistenziali un altro paio di trimestri. Ma, forse, anche no.

Anyway, rileggendo quel che scriviamo trovo che quel che ci interessa e che riteniamo importante scrivere in questo blog sono spesso le interazioni con la gente, che siano amici o sconosciuti, gli incontri fatti. Le storie che vediamo e che ci piace riprendere e raccontare. Entrambi con i nostri  lavori raccontiamo in qualche modo storie. Aline le scrive con la sua scuola di scrittura di sceneggiatura, ed io studio i percorsi di vita con i dati americani che sto analizzando. Poi al di fuori del lavoro, quel che rimane più interessante per noi é l'immediato e l'interazione quotidiana, dove si é e che diventa a far parte di noi. E per questo le strade di NY sono veramente un grande laboratorio all'aria aperta.

Mi viene voglia di rifare una lista non esaustiva di quel che abbiamo fatto in questi mesi, per non dimenticarlo, per farvi immaginare quel che facciamo quando non dormiamo e non lavoriamo, perché appunto sono le cose che più rimangono e più danno le emozioni che rimangono. Sono le cose che si annidano e che scolpiscono l'essere.

Abbiamo seguito Jalalu con il suo corno delle Alpi in spiaggia, sui tetti dei palazzi, a Times Square e in altri posti. Abbiamo tifato contro i NY Rangers al Madison Square Garden. Abbiam mangiato polipo, pesce fritto, white sniper e branzino ad Astoria ed espolrato un parco nel Bronx in una giornata di sole. Siamo entrati in casa di una pittrice del West Village che ci fa entrare dicendo "Come on in, there are no private spaces", con un appartemanto con una vista da sogno, che sarà presto rovinata dall'ospedale colosasle che le costruiranno lì in faccia. Abbiamo fatto jogging per Harlem, respirato l'aria di questa primavera che va e che viene, e che poi ritorna; abbiamo fatto il brunch al Coral, nel West Village ed a Brooklyn in una giornata di pioggia. Abbiamo cenato al Kuma Inn senza sapere che é un ristorante dove ci si porta il vino da casa. e poi ci abbiamo ricenato con il vino. Abbiamo mangiato all'American Legion e assistito al primo ed unico Alphorn blues in Harlem. Abbiamo bevuto BrooklynLager direttamente dalla fonte e collassato al Flea Market di Williamsburgh. Abbiamo comprato magliette di seconda mano gialle e luminescent, fatto giri in bici, scoperto le case meravigliose e gli angoli segreti del quartiere che abitiamo e che sta diventando parte di noi. Abbiam visto i Melvins. Abbiamo camminato in riva all'Hudson vestiti di colori e abbiam fatto la spesa al tramonto.
Bronx


Super pesce in Astoria
Brunch

 Highline

 Melvins
Coney Island e i rave party
Sulla scatola è scritto "I just adopted my new best friend" 
ma non abbiamo capito che diavolo di best friend
Serata sorpresa di compleanno con il Jenga



1 comment:

Anonymous said...

il rumore dello scritto è come quello di una cascata
mi mancavate
ciao
dan