Il Flusso

The Map

Wednesday, August 22, 2012

Denver I


Lasciato l’hostel, ritirato la macchina e gps siamo ora in un diner, sempre a Denver, prima di partire per le Rocky Mountains per fare campeggio. Questa tournée di congressi tra Virginia e Colorado é stata intensa e emozionante dal punto di vista lavorativo. Qui a Denver soprattutto ho incontrato nuovamente un professore che ha ispirato parecchio la mia tesi. Andarsene in giro a sbevazzare a scrocco al congresso per il quale non ho pagato un ghello e ricevere un « text message » da Dale Dannefer mi ha dato una certa soddisfazione, visto che sono praticamente 5 anni che leggo tutto quello che scrive. Poi mi ha presentato ad altri grandi big nel mio campo e sentirli parlare tutti insieme é stata una grande emozione. Il congresso dell’America Sociological Association é immenso, ci sono circa 4000 sociologi che vi partecipano, ma all’interno si creano, come in tutti sti grandi congressi, dei piccoli mondi di interazioni dove é importante inserirsi e interessarsi. Altrimenti si torna a casa con niente di fatto. Poi il centro dive si é tenuto sto congresso é una cosa colossale, lussuoso, ascensori, scale mobili, camerieri, stanze per le presentazioni spettacolari, un lusso a cui non sono abituato. Denver sembra una città fatta apposta per cose del genere. Oltre a questo, Denver ci ha anche sorpreso in positivo, é una città dinamica e rilassata. Ci sono sti grandi palazzoni grattacieli, ma le strade sono larghe, si respira aria fresca, non c’é lo stress e la corsa, non c’é la massa di gente che c’é a NY. A parte i 4000 sociologi che sgambettano in giro per la città durante questi giorni. Anche la gente é simpatica e cordiale. Pure i barboni che si aggirano nel centro città danno un colorito buffo alla città, non sono volgari e ridono sempre sbronzi e strafatti.

8.30 di mattona. Siamo al 11th Avenue Hostel, un ostello grezzo dove si aggirano personaggi loschi. La nostra camera ha un odore strano, forse é il disinfettante che hanno usato per eliminare i bed bags, animaletti succhiasangue che ogni tanto si trovano in questi posti zozzi. In ogni caso la nostra stanza non é niente male, e non ci sono i bed bugs, forse appunto perché l’hanno disinfestata. La finestra da sul cortiletto interno dell ostello. Guardando fuori attraverso la grata due persone fumano, fanno una pausa dal loro lavoro. Un uomo vestito bene, pantaloni neri, camicia e cravatta con le maniche rimbocccate. Una donna in calzoncini e maglietta neri, con un cappellino. Entrambi sono concentrati sulla loro sigaretta, non si vedono tra di loro ma io li vedo entrambi. L’uomo é appoggiato al muro, al sole. La donna all’ombra, in piedi e fuma con più frenesia, come se avesse fretta di finire la sigaretta e tornare al suo lavoro. L’uomo invece é più rilassato, si gode i raggi di sole mattutino. Un terzo personaggio si aggiunge alla scena ; delle lattine volano per terra dal container, un barbone le sceglie dalla spazzatura per guadagnare qulche soldo. E il mestiere dei barboni per bene, quelli che fanno qualcosa per la società e che contribuiscono alla raccolta differenziata per qualche spicciolo da spendere in alcool. I due fumatori finiscono praticamente contemporaneamente la loro sigaretta, la buttano per terra e se ne tornano al lavoro, prendendo strade diverse. Rimane solo il tentennare delle lattine che atterrano per terra lanciate dal barbone, rimane solo questa scena da film, vista da un ostello da film, in un cortiletto interno che non può non ricordare un film. 





3 comments:

guido said...

e' bello anche lasciare commenti alla cxxxo.

Mattia said...

...Ci sono (almeno) 4000 sociologi al mondo!?!?

Frangia said...

Èbbene sì! Ed erano solo quelli americani pensa un po'! Un giorno invaderemo le neuroscienze, muahahahah!! (ghigno malefico)