Il treno finalmente si muove, dopo
avere aspettato l'altro treno che occupava il binario dirigendosi in
direzione opposta. Fuori dal finestrino una distesa infinta di verde,
di alberi e prati che fan dimenticare dove siamo. Non é importante,
siamo qui in mezzo a questo verde. Potremmo essere in Svizzera, in
Italia, o in Francia, una domenica di sole. Torniamo a Losanna dopo un weekend in Ticino. E siamo sul treno che
viaggia e che fa viaggiare con la mente. Dopo un weekend a Montreal
stiamo tornando ora a NY. Ci rimangono 5 mesi in questa giungla di
città, e ancora tante, tantissime cose da fare per rompere la
maledetta routine. Non é questione di aver tutto a portata di mano o
di vivere in in valle o all'altro capo del mondo. Le cose da fare ci
sono sempre in mezzo alla natura o in mezzo alla cultura, basta andre
a cercarsele. Lo scrivo adesso e qui, dopo questo weekend a Montreal, città tranquilla e con un offerta infinita di attività, almeno
durante questa stagione. Lo scrivo adesso perché voglio ricordarmi
che vivere in Ticino sarà una cosa da prendere come se fossimo degli
Americani che si trasferiscono lì. Pensavamo di comprare una guida
della Svizzera, del Ticno e del Nord Italia che é a due passi da
noi ma lo conosciamo pochissimo per colpa di queta stupida cosa decisa
da altri che si chiama frontiera. Che é quella cosa che abbiamo appena attraversato, tra l'altro.
Montreal é stata intensa. Il primo
giorno dopo una colazione a base di waffel e sirop d'Erable preparata
da Jaqueline et Joseph, gli zii di Aline, ci siamo
diretti in centro. In bici – tanto per cambiare - aggratis,
ci siamo diretti al parco Mont-Royale con l'idea di avere una vista
dall'alto per iniziare, ma il caldo + bici + jeans ci hanno fermato
prima. Abbiamo quindi fatto solamente la parte bassa del parco per
poi dirigerci verso il centro città, attraversato un paio di
università e la zona nuova della città all'ora di pranzo. Poi ci
siam diretti verso la Vieux Montreal, mangiato qualcosa lì in mezzo,
guardando metà della partita Svezia – Inghilterra, in un bar mega
simpa. “Siete italiani? Da dove venite, vi piace Montreal?” una mamma con un figlio silenzioso che probabilemente studia lì e
che non ha voglia di parlare con lei. Un croque monsieur e un
cameriere proprio francese ci danno una vaga impressione di essere in
Europa. Ci sentiamo come in una città di mare, Trani, Genova, ma non sono in Francia. Giriamo ancora un po'la zona del porto e
visitiamo la cattedrale di Notre-Dame. Ma poi ci tocca riportare
indietro le bici prima delle 6. Decidiamo di riportarele e di tornare
nella città nuova per dare un occhio a Franco-Folie, festival di
musica francofona. Sentiamo un paio di concerti di una noia mortale e
ci mangiamo le poutine (patatine e mozzarella fat) per compensare.
Poi capitiamo al concerto dei francesei Twin Twin, che fanno uno show
pop-techno mica male e fanno ridere. Il pubblico apprezza. Le birre te le
portano dei ragazzi facendole pagare qualche cent di più per il trasporto. La sera
torniamo alla base, dagli zii di Aline in periferia che ci
ingozzano con prelibatezze e dolci libanesi.
Ieri invece senza bici siamo tornati alla Vieux Montreal a mangiare
con il cugino di Aline che vive alle Barbados ma che sta qui quando là é troppo caldo. Dopo una visita al loro appartamento e una birra
ci dirigiamo assonnati, sempre con quest'impressione di essere al
mare, al quartiete latino. Rifacciamo a piedi un paio di strade già
fatte il giorno prima in bici e visitiamo una libreria con libri
ammassati ovunque e con il proprietario che nella calma più totale del
pomeriggio si ascolta l'opera a tutto volume. Capitiamo in un
festival immenso (non quello di ieri, un altro) liungo una via. Terrazze per sbevazzare allegramente,
sole trasversale e ombre lunghe, pagliacci che fanno ali e animail vari con
i palloncini, bambini pazzi di gioia che svolazzano con le ali-palloncino. Insomma good
vibes e tranquillità. Dopo una sangria siamo ciocchi e ci sentiamo un concertino di
una specie di Feist accompagnata da contrabbasso e chitarra
elettrica, seguiamo la via del festival con mille concertini e cose e cibo e ritorniamo a casa cotti. Ecco i nostri due intensi giorni a Montreal, sono qui.
Il treno é ripartito e ogni tanto
vorrei essere come quell'uccellino appollaiato fuori dal treno fermo, con
le ali rosse, che cinguetta senza che lo si possa sentire. Mi diceva che la
fuori c'é il verde, c'é il blu, c'é il bianco, e il rosso sulle
sue ali, che vuol dire battaglia. I prossimi due mesi sono a NY e sono
di lavoro. Poi si riparte con l'uccellino. Cip!
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