Il Flusso

The Map

Wednesday, June 20, 2012

Montreal

Il treno finalmente si muove, dopo avere aspettato l'altro treno che occupava il binario dirigendosi in direzione opposta. Fuori dal finestrino una distesa infinta di verde, di alberi e prati che fan dimenticare dove siamo. Non é importante, siamo qui in mezzo a questo verde. Potremmo essere in Svizzera, in Italia, o in Francia, una domenica di sole. Torniamo a Losanna dopo un weekend in Ticino. E siamo sul treno che viaggia e che fa viaggiare con la mente. Dopo un weekend a Montreal stiamo tornando ora a NY. Ci rimangono 5 mesi in questa giungla di città, e ancora tante, tantissime cose da fare per rompere la maledetta routine. Non é questione di aver tutto a portata di mano o di vivere in in valle o all'altro capo del mondo. Le cose da fare ci sono sempre in mezzo alla natura o in mezzo alla cultura, basta andre a cercarsele. Lo scrivo adesso e qui, dopo questo weekend a Montreal, città tranquilla e con un offerta infinita di attività, almeno durante questa stagione. Lo scrivo adesso perché voglio ricordarmi che vivere in Ticino sarà una cosa da prendere come se fossimo degli Americani che si trasferiscono lì. Pensavamo di comprare una guida della Svizzera, del Ticno e del Nord Italia che é a due passi da noi ma lo conosciamo pochissimo per colpa di queta stupida cosa decisa da altri che si chiama frontiera. Che é quella cosa che abbiamo appena attraversato, tra l'altro.

Montreal é stata intensa. Il primo giorno dopo una colazione a base di waffel e sirop d'Erable preparata da Jaqueline et Joseph, gli zii di Aline, ci siamo diretti in centro. In bici – tanto per cambiare - aggratis, ci siamo diretti al parco Mont-Royale con l'idea di avere una vista dall'alto per iniziare, ma il caldo + bici + jeans ci hanno fermato prima. Abbiamo quindi fatto solamente la parte bassa del parco per poi dirigerci verso il centro città, attraversato un paio di università e la zona nuova della città all'ora di pranzo. Poi ci siam diretti verso la Vieux Montreal, mangiato qualcosa lì in mezzo, guardando metà della partita Svezia – Inghilterra, in un bar mega simpa. “Siete italiani? Da dove venite, vi piace Montreal?” una mamma con un figlio silenzioso che probabilemente studia lì e che non ha voglia di parlare con lei. Un croque monsieur e un cameriere proprio francese ci danno una vaga impressione di essere in Europa. Ci sentiamo come in una città di mare, Trani, Genova, ma non sono in Francia. Giriamo ancora un po'la zona del porto e visitiamo la cattedrale di Notre-Dame. Ma poi ci tocca riportare indietro le bici prima delle 6. Decidiamo di riportarele e di tornare nella città nuova per dare un occhio a Franco-Folie, festival di musica francofona. Sentiamo un paio di concerti di una noia mortale e ci mangiamo le poutine (patatine e mozzarella fat) per compensare. Poi capitiamo al concerto dei francesei Twin Twin, che fanno uno show pop-techno mica male e fanno ridere. Il pubblico apprezza. Le birre te le portano dei ragazzi facendole pagare qualche cent di più per il trasporto. La sera torniamo alla base, dagli zii di Aline in periferia che ci ingozzano con prelibatezze e dolci libanesi. Ieri invece senza bici siamo tornati alla Vieux Montreal a mangiare con il cugino di Aline che vive alle Barbados ma che sta qui quando là é troppo caldo. Dopo una visita al loro appartamento e una birra ci dirigiamo assonnati, sempre con quest'impressione di essere al mare, al quartiete latino. Rifacciamo a piedi un paio di strade già fatte il giorno prima in bici e visitiamo una libreria con libri ammassati ovunque e con il proprietario che nella calma più totale del pomeriggio si ascolta l'opera a tutto volume. Capitiamo in un festival immenso (non quello di ieri, un altro) liungo una via. Terrazze per sbevazzare allegramente, sole trasversale e ombre lunghe, pagliacci che fanno ali e animail vari con i palloncini, bambini pazzi di gioia che svolazzano con le ali-palloncino. Insomma good vibes e tranquillità. Dopo una sangria siamo ciocchi e ci sentiamo un concertino di una specie di Feist accompagnata da contrabbasso e chitarra elettrica, seguiamo la via del festival con mille concertini e cose e cibo e ritorniamo a casa cotti. Ecco i nostri due intensi giorni a Montreal, sono qui.

Il treno é ripartito e ogni tanto vorrei essere come quell'uccellino appollaiato fuori dal treno fermo, con le ali rosse, che cinguetta senza che lo si possa sentire. Mi diceva che la fuori c'é il verde, c'é il blu, c'é il bianco, e il rosso sulle sue ali, che vuol dire battaglia. I prossimi due mesi sono a NY e sono di lavoro. Poi si riparte con l'uccellino. Cip!

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