squit squit
Fermi tra gli Stati Uniti e il Canada stiamo aspettando che questi cari guardia frontiera ci lasciano entrare in Canada. Tanto i canadesi non sono mica come gli americani, mica ci rompono. Sarà poi da vedere come rientriamo in america, patria dei controsensi.
Avevo promesso un diario dettagliato delle nostre vacanze, del nostro road trip verso il sud, ma come troppe volte accade, non ho mantenuto la promessa (non che non mantengo le promesse, ma tenere un diario regolare si ). Ed ero pure motivata, partita con l'ipad e il diario in macchina, come Raquel, mentre Dario e France guidavano, noi dietro a scrivere, dormire, guardare il paesaggio o parlare, come tanto ci piaceva fare finche Raquel era qui a New York. Tante cose sono seccesse dal nostro ritorno dalle vacanze. Prima di tutto pure le vacanze, come quando stavamo visitando la casa di Elvis a Memphis e ci hanno rubato in macchina (ma forse l'ho pure già scritto), o il caldo insopportabile di New Orelans e gli ubriaconi per le strade, 24 ore si 24. Peggio di un qualsiasi carnevale di casa, forse peggio dal nostro punto di vista. Non so.... sarà che dopo il Mississippi e le sue viste mozzafiato, la sua terra e gente che non ha niente di particolare per gli altri ma così tanto per noi (che poi perché ci piacciono le cose diverse?? forse non siamo tanto così diversi, dipende tutto dal punto di vista, come al solito....)
Dal treno parte seconda.
Stiamo tornando dal Canada. Il paesaggio é lo stesso, ma nel senso opposto. Seduti nel vagone ristorante con internet come istrazione scriviamo entrambi per il blog. Il treno ispira alla riflessione, non mi stancherò mai di dirlo e ripeterlo, e probablimente france stà scrivendo la stessa cosa. Tutto questo verde, i laghi, la gente rilassata qui nel treno e fuori, tutto questo ci ricorda che siamo in america! sembrerà stupido ma dobbiamo ricordarci di questa fortuna che abbiamo. Il tempo passa troppo in fretta, si, ma dirlo non lo farà passare più lentamente e non serve a niente dirlo e ripetero. Non ci manca una settimana ma cinque mesi cavolo. E cinque mesi a New York, in ammerica non sono poco. Ma voler fare troppo non fa neanche bene. M viene in mente una frase che mi ha colpito di Aiko, non ricordo se lo diceva mentre si vestiva prima del suo matrimonio o durante un'altra occasione, insimma mi ricordo che disse "non faccio tante cose, ma le poche che faccio le faccio bene". Ed é tutto qua. L'eterno problema del voler fare troppo e di corsa per poi finire col non fare niente o il poco, male. Non aggiungo altro, passo il tempo a fare e rifare liste e ogni volta mi coglie il groppo del sapere cosa farò o meno. Prometto (ma forse dovrei smetterla di promettere cose che poi non mantengo) domani scarico le foto e vi mettiamo qualche immagine in questo bloggo, se no diventa un pò pesante la lettura senza immagini...
Amtrak, we love Amtrak
Mont Royal
La Basilique Nôtre Dame
Poutine
Soccer with David
Brunch in the vieux Montréal
Se il balcone crolla fa un favore alla società
Summerset
Pausa visto
Where is Jack?
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