Siamo finalmente sul famoso California Zephyr, appena
partiti da Chicago e già fermi da 10 minuti davanti a un fiumiciattolo dove i
nostri compagni di viaggio vedono i pesci in controluce. O sono ratti? Tanta gente che é su sto treno era già sul treno proveniente da
Washington o su quello che ha preso Aline da NY. Gente che probabilmente fa
sta cosa ogni estate, ex-hippy oramai pensionati con i nipotini, veterani di guerra
o, da come dice la maglietta di una tipa grassissima con i capelli lunghi e
grigi che a quanto pare é una sceneggiatrice, veterani di pace. Alcuni senza
parti del corpo, ciccioni-handicappati che salgono sul treno per primi insieme
alle famiglie con bambini, ciccioni che pretendono di essere andicappati e
comandano la cena dal ristorante direttamente dal loro posto, vecchi con le
magliette della cascate del Niagara o altri posti da turisti americani del
genere, un ex-pilota che ora é professore di psicologia a cui tremano le mani, un
vecchio motociclista oramai troppo vecchio per la moto e una ragazza
cicciottella che giocano entrambi al solitario, su due tavoli diversi. Il
controllore pure é abbastanza grosso e mi toccato dentro 2 delle 3 volte che é
passato. Ha ripetuto per circa ottomila volte che il lounge da basso é ancora
chiuso di non andare giù, che annunciano poi quando lo aprono, non andare giù per
favore, once again il lounge é chiuso non andate giù. Quasi quasi volevamo fare
un saltino a stocazzo di lounge. E molto interessante interessarsi a questa
gente perché sono comunque americani atipici. Gente che passa dalla lounge
panoramica e dice che qui é dove le rockstar si riposano, con su la maglietta
dei Grateful Dead. E non si sa se spara palle o no ma ha girato con parecchie
band, compresi i Greatful Dead, ma ora é in viaggio con moglie e figli.
Il treno é
un posto socievole dove volendo puoi parlare per ore ed ore con gli altri.
Specialmente in America dove vige il farsi i fatti propri, il treno invece é uno
di questi posti dove é consentito socializzare, anzi si deve proprio. Siamo qui
ancora fermi, il capotreno non sa più cosa raccontare. Ora il tizio che lavora
al baretto sta descrivendo la lista di bevande che ci sono. Presto ci
muoveremo, checcefrega, tanto arrivare a Denver un’ora più una meno non fa
differenza per noi. Non
sappiamo ancora bene dove dormiremo perché abbiamo scoperto in internet che in
alcune stanze dell’Hostel dove avremmo riservato ci sono le bed bugs, degli insettini
simpatici che se te li trovi a letto te li porti a casa e devi buttare via
tutto.
Jack Kerouac prese questo treno per andare da NY a San
Francisco e poi al Big Sur per scrivere l’omonimo libro dopo aver trascorso
mesi di incubi nella casetta del suo amico scrittore con un nome italiano, in
riva a un fiume in mezzo al nulla. Chissà cosa ha fatto Jack Kerouac a Chicago aspettando
di salire sul California Zephyr. Magari é andato a ubriacarsi al baretto della
stazione, o magari aveva già iniziato la sua cura di disintossicazione
dall’alcool. “One fast move or I’m gone”, é un po’ l’idea che esce dal suo libro,
una mossa veloce o son fottuto, una mossa verso Ovest per scrivere e liberarsi
da quello che ti mette addoso quest’America. In ogni caso noi a Chicago siamo rimasti allo Starbuck con internet e
con la puzza di caffé che ora che ci é rimasta addosso e sembra puzza di
sigarette, non si sa bene perché. Non ce la facevo a visitare la città un’altra
volta come ieri in poche ore e quando é arrivata Aline non c’era più abbastanza
tempo per farlo. In ogni caso torneremo tra una settimanella circa e
avremo tutto il tempo per visitare questa città.
Siamo ancora fermi a guardare sto fiumiciattolo dove a
quanto pare ci sono dei pesci, o dei topi, e lo stare fermi non invoglia alla
scrittura. Poi fa pure un freddo laser, e c’ho fame.
(Continuato a scrivere giorni dopo, a Gunnison).
La sera, poi, siamo andati a cena sul treno e ci siamo
seduti con una coppia di signori che andavano a San Francisco a trovare loro
figlio, sposato con un’indiana. Dopo
un bicchiere di vino e dopo avergli detto chi siamo e che cosa facciamo, ma
soprattutto dopo il bicchiere del vino che mi hanno gentilmente offerto, la
signora é già ubriaca e il signore non se ne sta più zitto. La signora ci fa
vedere con il suo nuovo smartphone le foto di suo figlio in facebook, con le
orecchie da renna, probabilmente anche lui ubriaco. E poi le foto del matrimonio
del figlio, che carini !! Il signore invece sembra proprio in gamba, anche
se non se ne sta zitto. Una volta saputo che Aline ha girato dei documentari comincia
a dirci i film che secondo lui dovremmo vedere, che li hanno visti al piccolo
cinema di fianco a casa loro a Baltimora. Incredibilmente tutti i film
che ci dice, più o meno nuovi, sono proprio i film che interessano a noi, sono
già sulla nostra lista di film « to watch ». La situazione poi é degenerata, noi non
facevamo che assistere passivi tra la moglie ubriaca con le foto del figlio, il
treno che ti sballottola di qua e di la, e il signore inebriato dalla sua conoscenza
in materia di cinema. Quando poi Aline ha detto che ha girato un documentario
in Nepal abbiamo raggiunto l’apice dell’interazione, il signore avrebbe voluto
vedere il film in quel momento stesso. In ogni caso glielo spediremo e se lo
potrà vedere, se si ricorderà di noi. Ci dice che l’importante nella vita é di
fare sempre le cose che ci piacciono. Lui aveva un lavoro che ha mollato per
farne altro che ha a che fare con i diritti umani (non abbiamo capito bene). Ci
ripete mile volte, come il capotreno, che nella vita si trova sempre il modo
per cavarsela. Un po’il sogno americano rivisitato, o più realistico. Alla fine
siamo praticamente i loro nipoti, ordinano tutti e due un dolce e ce ne danno
più della metà a noi che ne avevamo ordinato uno in due. Ci risentiremo,
sicuro, anzi, mo che mi ricordo li aggiungo a facebook. Anche il signore ha
facebook, ma lui lo usa solo per controllare cosa fa sua nipote.
La notte sul
treno é trascorsa con calma, il viaggio piatto e sereno e anche un po in salita
e con qualche sobbalzo ci ha portato fino a Denver. Dove siamo arrivati con 5
ore di ritardo, ma questo é il treno, un altro modo di viaggiare.
1 comment:
nipote di ferroviere?
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