Il Flusso

The Map

Wednesday, October 17, 2012

Oggi

Siamo a zonzo per New York. Non so se è New York che decide dove andiamo o se lo decidiamo noi. Chi è più forte, noi o la città? Sento le stesse cose e sento che il suolo, il marciapiede, la sedia, il treno corrono più veloci di me. E sento che di correre così velocemente non ne ho voglia. Non adesso. Ieri sera sono andata alla conferenza dei designers sul quale stò facendo un nuovo servizio per la tele e oltre ai mille concetti che piacciono tanto a loro, ho sentito quelle piccole cose che aprono un pochino la mente (tra l'altro ora, invece che scrivere per il blog, dovrei preparare l'intervista... ma questo è un altro problema...). Il fatto è che uno è grafico-tipografo ma anche musicista, l'altro è anche curatore di esposizioni e gallerista e il terzo è pure scrittore. All'inizio mi dicevo, cavolo, quante cose e diverse tra di loro. E ieri, semplicemente, uno alla volta, dice di come la musica è fare design, di come scrivere è fare design e gallerista idem. Ammetto che il termine design è vago, ne avevo scritto un tema tempo fa. È che è tutto collegato, evidentemente, ma collegato nel senso della creazione, si crea ugualmente e non è che se uno scrive è meno creativo del grafico. Ok è scontato, ma mi sono sempre detta che interessarsi alla fotografia, grafica, scrittura ecc fosse troppo. E forse da un lato lo è, partecipa alla mia disperisione ancora di più, ma in realtà, in fondo, è un tutt'uno, tutto un grande e unico disegno che piano piano prende forma. Come andare a zonzo per NY. Anche se in realtà sognerei di andare a zonzo per NY, ma ora è un lusso che mi concedo forse, se e magari, per venerdì, o sabato. Raquel il giorno dopo essere atterrata a Madrid dopo sette mesi qui mi ha scritto di perdermi, di prendermi il lusso di perdermi. Perdersi è quella cosa che ti fa sentire a casa e bene e che solo una città come NY può darti, ancora dopo mesi e mesi. La odi e la ami. La rincorri e la eviti. Scappi e ti riprende. Mi ci perdo e la odio, poi mi ci ritrovo e la odio ancora. Ma poi c'è come un barlume, una piccolezza e la riamo di nuovo. Penso sia proprio amore. Come quando si filma per tanto tempo qualcuno, sono convinta che se non ci fosse amore, per la persona, l'interesse svanirebbe subito. E per questo spesso mi capita di sentire di voler fare altro, o altre volte la connessione con l'altro è così particolare che ho paura di rompere tutto chiedendo un banale permesso, ma poi effettivamente svanisce tutto, oppure no, ma richiede pazienza... tanta pazienza e tanto tempo, come NY. Un anno non è nulla per conoscerla, ora siamo al nostro primo appuntamento, e non ne sappiamo quasi niente. Ripeto sempre le stesse cose, e come france mi viene da dire "quando torno voglio fare tante cose". Ma anche prima di venire qui dicevo la stessa cosa e non ho finito neanche la metà di ciò che volevo finire. France è al concerto con Leslie, io ero a cena con Tanja, la mia amica tedesca produttrice. Due amici che avremmo visto si e no tre volte in un anno. È così NY, ti prende e ti sbatte nel suo vortice, e con sè tutti gli altri, e trovarsi è davvero cosa difficile.
© Ron Jude, "Other Nature"

4 comments:

Anonymous said...

che é? un'altra serata della canna libera?

guido said...
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guido said...

ma forse non è solo NY, è così e basta.
Il tempo passa, i figli crescono le mamme, invecchiano...ecc ecccccccccc

Frangia said...

ma infatti una mezza idea di continuare a scrivere cose anche se non saremo più a NY ci é passata per la testa. Per lasciare una traccia. A presto!